Sull’ex isola carcere di
Pianosa i detenuti sorveglieranno le nascite delle tartarughe
marine Caretta caretta. Lo prevede un protocollo d’intesa tra
Legambiente Arcipelago Toscano e la direzione della Casa di
reclusione di Porto Azzurro (Livorno). L’accordo, spiega una
nota, mira ad aiutare l’associazione ambientalista a gestire
l’eccezionale numero di nidificazioni di tartarughe marine nella
minuscola spiaggia di Cala Giovanna, sull’isola di Pianosa, dove
in poco più di un mese si sono registrati 6 nidi in 250 metri di
arenile.
Sette detenuti beneficiari del lavoro all’esterno della
sezione autonoma di Pianosa del carcere di Porto Azzurro,
coordinati dall’ispettore superiore Puccini Roberto, hanno
partecipato ad un apposito corso di formazione tenuto da Isa
Tonso , responsabile del progetto per la protezione delle
tartarughe marine di Legambiente Arcipelago Toscano e del Parco
nazionale dell’Arcipelago toscano, e si sono impegnati a
scendere sulla spiaggia prima dell’arrivo dei visitatori
dall’Elba per controllare i nidi e le eventuali schiuse che
inizieranno in agosto. “E’ stato molto facile fare questo corso
– sottolinea Tonso – mi sono trovata di fronte persone molto
preparate e documentate sulla vita e le abitudini delle
tartarughe marine, che non avranno difficoltà a trovare le
minuscole e innumerevoli tracce lasciate dalle piccole pinne
delle tartarughine che usciranno dal nido per percorrere la
sabbia chiara di Pianosa e tuffarsi nel suo Mare trasparente e
pieno di vita”. Legambiente Arcipelago Toscano “ringrazia la
direttrice della casa di reclusione di Porto Azzurro, dottoressa
Martina Carducci, che ha fortemente voluto questo progetto che
rappresenta un momento di crescita umana e sociale per tutti
quelli che partecipano a questa magnifica e disinteressata
operazione di volontariato ambientale”.
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