“Gli scrittori sono
una parte di un villaggio più grande, tutto quello che noi
chiamiamo cultura, anche se è un po’ riduttivo”. Lo ha detto
Alessandro Baricco oggi nel suo atteso e applauditissimo assolo
all’Arena del Padiglione Italiano della Buchmesse di
Francoforte, dedicato a Letteratura e impegno civile.
“Spiace negli anni vedere immutata una cosa: io subito
identificai quando entrai in questo mondo che se bisogna parlare
di potere politico, l’istinto primo del potere politico nei
confronti di questo villaggio è in qualche modo controllarlo,
indirizzarlo, segnarlo e gratificarlo della propria presenza.
Non importa in quel momento chi è il potere politico, non ho
mai visto cambiare molto questa cosa, questo atteggiamento. Un
pensiero che non mi ha mai lasciato e che credo sia di molti e
che vada pronunciato è che questo istinto del potere politico a
controllare a orientare quel villaggio non è ne giusto ne
sbagliato. Prima di tutto è veramente puerile, ingenuo, anche un
po’ storto” ha sottolineato lo scrittore.
“Visto dalla nostra parte c’è qualcosa che fa sorridere. Si
tenta sempre di fare questo. In realtà nel nostro villaggio c’è
così tanta forza mentale, talento, narcisismo, idolatria,
determinazione, resistenza, rabbia, anche bellezza, che
qualsiasi tentativo di controllare tutto questo è stupido” ha
aggiunto. “Non ce la farete mai. Le strade che presidiate? Non
passiamo da lì. I punti che controllate? Noi siamo il fiume.
Potete illuminare l’intera città perché nessuno scappi, noi
saremo sotto terra. Potete conquistare le torri, i casi più
clamorosi, ma dietro c’è un intero villaggio che vi sta
scappando, non ce la potere fare” ha affermato.
“Quanta energia sprecata, quando invece ci sarebbe così tanto da
fare: difendere il villaggio affinché abbia cibo, affinché non
si chiuda, aiutarlo. È un villaggio prezioso. E l’altra cosa
che dovrebbe essere il principale obiettivo di qualsiasi
politica culturale è riuscire a scaricare a terra lo spettacolo
di quel talento, di quella pazzia perché deve essere non il
privilegio di una comunità di pazzi ma il respiro di una
comunità più grande, farlo entrare nel sistema sanguigno” ha
spiegato Baricco.
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