Il Tribunale civile di Milano ha
prorogato per altri cinque mesi, fino al 31 gennaio del 2025,
l’amministrazione giudiziaria, che sarebbe terminata ad agosto,
di Visibilia Editore, la società del gruppo fondato dalla
ministra del Turismo Daniela Santanchè e da lei presieduta fino
al gennaio 2022, prima di dismettere cariche e quote. Lo si è
appreso da fonti legali.
Il commissariamento era stato disposto a inizio marzo dalla
Sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano (giudici
Simonetti-Marconi-Zana), che aveva anche revocato il cda e il
collegio sindacale in carica, accogliendo le richieste della
procuratrice aggiunta Laura Pedio e della pm Marina Gravina,
anche titolari delle inchieste sul caso Visibilia, e di un
gruppo di soci di minoranza capeggiati da Giuseppe Zeno, col
legale Antonio Piantadosi, che avevano intentato il procedimento
civile per irregolarità nella gestione degli ex amministratori.
I giudici, dopo gli esiti di un’ispezione che aveva
evidenziato gravi criticità nei conti, avevano disposto il
provvedimento, spiegando che la spa “quotata” non stava più in
piedi finanziariamente, con “irregolarità” e un “potenziale
inquinamento” nei bilanci, senza più alcun dipendente e con una
società formalmente esterna, di cui socia di maggioranza era
Santanchè, ossia Visibilia Concessionaria, che continuava “a
gestire l’amministrazione e la tesoreria”, compiendo “scelte
anche in ordine ai pagamenti” dei creditori. Visibilia Editore
spa è amministrata da mesi dal professore e avvocato torinese
Maurizio Irrera, nominato dai giudici.
Intanto, sul fronte penale per la senatrice di FdI ad ottobre
si apriranno due udienze preliminari: una per le accuse di falso
in bilancio (per 17 imputati e tre società) e l’altra per truffa
aggravata all’Inps sulla cassa integrazione nel periodo Covid
(tre imputati e due società).
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