“Non c’è nessun pericolo, il termine ‘pericolosa’ non è assolutamente adeguato. L’affermazione di Patarnello si presta ad equivoci”. Così il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, a Sky Tg24, in merito alla vicenda del sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello, il magistrato che lo scorso 19 ottobre scorso inviò la mail nella piattaforma dell’Anm diventata un caso politico e rilanciata, in parte, dalla premier Giorgia Meloni attraverso i social.
“Il governo torni a parlare con la magistratura nei termini di un doveroso rispetto nella comunicazione istituzionale del Paese” ha aggiunto e poi in merito all’interpretazione della sentenza della Corte di Giustizia europea: “Anche se sono scritte in francese, i giudici italiani sanno leggere le sentenze”.
Alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni “chi ci guarda dall’esterno ha la sensazione che la magistratura sia messa nell’angolo” ha proseguito Santalucia.
Quanto all’intervista del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro a La Stampa, che ha definito i giudici degli ayatollah, Santalucia sottolinea che “i toni di Delmastro sono quelli che non aiutano certo a rasserenare il clima. Se siamo ‘ayatollah’ non c’è alcuna voglia di guardare le cose per quello che sono. Siamo giudici che applicano la legge, ma la legge è un po’ più ampia. Se non ci si intende su questo non si potrà mai avere il reciproco rispetto”.
L’intervista di Delmastro”Né pro né contro il governo, applichiamo la legge”. Così sulla Stampa il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. “L’autocritica è sempre una cosa buona, ma non capisco perché evocarla in questo momento – aggiunge – Difenderci è doveroso sia per la giurisdizione, sia per le libertà fondanti della magistratura, compresa l’associazione”. “Ritengo che non esistano margini per un’azione disciplinare contro Patarnello – aggiunge – Non ha offeso la presidente del Consiglio e ha espresso contrarietà alle riforme portate avanti dalla maggioranza di governo. Credo che avere un’opinione sulle riforme che interessano la giustizia sia un diritto anche dei magistrati. Le altre interpretazioni sono malevoli e maliziose”. Salvini ne chiede addirittura il licenziamento: “Questo tentativo di continuare ad alzare i toni contro la magistratura non giova al Paese. Non si può far passare l’idea che i tribunali devono decidere solo cose gradite al governo. I magistrati non devono prendere ordini dal governo. La politica pretende che la magistratura agisca in linea con il governo, ma questo non è possibile perché la magistratura è libera e indipendente e risponde solo alla legge e al rispetto dei diritti. Le accuse di una politicizzazione dei magistrati, quando questi non rispecchiano la volontà del governo, sono offensive non solo per gli stessi magistrati ma anche per il Paese e il suo assetto democratico”. “La separazione dei poteri rappresenta il rispetto reciproco e l’autonomia della magistratura – dice poi Santalucia – E’ il caposaldo di una democrazia occidentale e liberale. L’assoluta estraneità della giurisdizione al governo è fondamentale. Dobbiamo tutelare i diritti delle persone senza assecondare o avversare il governo”.
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