Si chiama Vin de Costance, l’ultimo vino di Napoleone, l’unico di cui poteva sorseggiare qualche bicchiere dal suo esilio di Sant’Elena, dopo che gli inglesi gli avevano impedito l’importazione dei suoi amati rossi francesi. Partono da questo aneddoto di vita quotidiana le ricerche dello scrittore e noto winemaker Gelasio Gaetani Lovatelli dell’Aquila d’Aragona che si è messo sulle tracce dell’Imperatore per scrivere un personalissimo ‘mémoir’ (il prossimo anno in libreria) che avrà come filo conduttore l’universo di Bacco legato a Napoleone, nato il 15 agosto 1789, esattamente 255 anni fa, ad Aiaccio in Corsica.
“Sono stato oltre un mese sull’isola di Sant’Elena, una terra lussureggiante in cui era impossibile produrre vino – racconta all’Adnkronos il conte d’Aragona – Napoleone per ‘cultura’ e tradizione militare non era un grande amante del vino. Ma a tavola non doveva mai mancare. Aveva un debole per i vini francesi ‘proibiti” a Sant’Elena all’Imperatore. L’unico di cui potevano rifornirsi le cucine della modesta dimora di Longwood era il Vin de Costance, ancor oggi uno dei vini migliori del mondo, importato però dal Sudafrica e non dall’odiata Francia”.Napoleone, in fatto di vino, non aveva gusti sofisticati ma ai pranzi e ai ricevimenti doveva sempre essere servito a tavola con fasto, persino a Sant’Elena. “Esigeva dalla sua piccola corte che le donne sedessero in abiti lunghi, elegantissime, e che gli uomini fossero in divisa. Un ricordo, seppur sfocato e malinconico – aggiunge il conte d’Aragona- di quella grandeur ormai svanita da tempo. L’imperatore – prosegue- amava alcuni vini francesi, ancora dei must sul mercato. Un pinot nero della Borgogna, il Gevray – Chambertin e un Sauvignon blanc prodotto in Alta Loira. Aveva una predilezione per quelli dolci, ma anche per il cognac e l’armagnac”. “Diversamente dalla sua adorata prima moglie Joséphine Beauharnais, che possedeva una cantina ricchissima con oltre 13mila bottiglie, Napoleone da buon militare sapeva che la sua mente doveva essere sempre lucida, mai offuscata dal buon vino. E non era l’unico – prosegue il noto winemaker- che spesso ‘allungasse’ il vino con l’acqua. Era una sorta di sofisticato ‘assaggiatore’, Napoleone, amava sentire e gustare i profumi e gli aromi delle bevande. Artem Grigorian, noto produttore di vino di origini armene, mi ha raccontata che Napoleone adorava il ‘Costance’ e amava ripetere, da uomo sensuale e edonista, che il vino proveniente dalla splendida regione del Sudafrica, Klein Costantia, era di una dolcezza infinita, il suo gusto fruttato con pera mielata e pesca confit” poteva essere paragonato “solo a romanticissimi baci’.