Palermo ricorda Boris Giuliano, il
capo della squadra mobile, ucciso dalla mafia il 21 luglio 1979.
Acuto investigatore, Giuliano intuì come la criminalità stava
cambiando volto negli anni Settanta, riuscendo a cogliere i
rapporti tra Cosa nostra e la politica. Giuliano venne
assassinato al bar Lux, in via Francesco Paolo Di Blasi, da
Leoluca Bagarella, cognato del boss Totò Riina, in un momento in
cui stava provando a far luce su un’evasione fiscale simile a
quel che poi sarebbe stata Tangentopoli. Giuliano aveva anche
condotto inchieste sulle esattorie dei cugini Salvo e sul caso
De Mauro. Il suo metodo investigativo, condiviso con una
“squadra” di uomini a lui legatissimi, ha rivoluzionato il modo
di fare indagini in Italia, come sottolineato anche da Giovanni
Falcone. Alla commemorazione questa mattina hanno preso parte il
prefetto di Palermo Massimo Mariani, il questore di Palermo
Maurizio Calvino, i familiari del capo della mobile e il sindaco
Roberto Lagalla.
“A 45 anni dalla sua uccisione per mano mafiosa, ricordiamo
il capo della Squadra mobile Boris Giuliano. Acuto
investigatore, innovativo nell’introdurre nuovi metodi di
indagine, Boris Giuliano può essere considerato uno dei primi
poliziotti ad aver rivoluzionato il modo di combattere la
criminalità organizzata. Ancora oggi la sua resta un’eredità da
non disperdere”. Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla che
ha partecipato alla cerimonia di commemorazione.
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