(di Clemente Angotti)
FRANCESCO COSENTINO,
‘RICOMINCIARE. PAROLE BUONE PER IL NOSTRO TEMPO’ (SAN PAOLO,
2023, pp. 144, 12 euro)
Fiducia, speranza, riconciliazione, trasformazione e
inquietudine. Cinque parole buone per ricominciare. Sempre.
Anche quando la vita si spegne, quando i sogni si frantumano,
quando le speranze cedono il posto alla delusione.
È in distribuzione da un po’ di tempo e ha già avuto modo di
farsi notare nei mesi scorsi guadagnando una discreta posizione
tra i primi dieci titoli nella classifica dei bestseller della
fede stilata settimanalmente dal quotidiano della Cei
‘Avvenire’, l’ultimo libro di Francesco Cosentino, sacerdote
calabrese, docente di teologia all’università Gregoriana e
officiale nella Segreteria di Stato in Vaticano, che ha per
titolo proprio ‘Ricominciare. Parole buone per il nostro tempo’
ed è edito da San Paolo. Volume che, tra l’altro, è stato anche
argomento, per una settimana, delle meditazioni di Radio
Vaticana.
“È possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova
che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i
nostri fallimenti”: così Papa Francesco, in una Liturgia
pasquale, si è rivolto offrendo ai fedeli di tutto il mondo
questa parola di speranza. E da questa esortazione del Santo
Padre si dipanano le riflessioni del teologo Cosentino che con
questo nuovo volume, che arricchisce una già corposa produzione,
si propone l’intento di accendere una piccola luce che aiuti a
rischiarare i nostri giorni da quella sensazione di oscurità che
offusca i tempi attuali e anche la vita personale di ognuno.
C’è un “sentimento di sfiducia e di disincanto che attraversa
il nostro tempo” mette in evidenza l’autore, che conduce,
aggiunge, “ad una sfiducia di fondo, un lasciar correre senza
impegnarsi troppo, un prendere e lasciare senza mai portare a
termine, un mordere senza passione; e, allo stesso tempo, dentro
di noi siamo sospinti dal desiderio di ricevere una parola che
ci scuota, ci inquieti e ci dia la forza di ricominciare”.
Ed è proprio partendo da queste premesse, e dopo una lettura
narrativa della delusione dei discepoli dopo la morte di Gesù,
che Cosentino raccoglie e sviluppa, fornendoci una sorta di
‘cassetta degli attrezzi’, quelle cinque grandi parole buone e
utili per la vita di ognuno: “Parole – suggerisce l’autore – che
prendono forma nell’umanità di Gesù, nei suoi gesti a favore
dell’umanità ferita e oppressa, nella sua predicazione
liberante, che rialza tutti coloro che sono schiacciati dai pesi
della vita”. Contro ogni facile riduzionismo della fede a
religione sacrale o devozionista, il filo rosso che attraversa
e, in certo qual modo, pervade il testo, è che “Dio è anzitutto
una domanda che vuole scavarti dentro, che ti convoca a
qualcosa, che ti invita a fare un cammino… che cerca di
riportarti al tuo desiderio più profondo” e, perciò, la fede
cristiana vuole accendere fuochi e non addormentare le
coscienze. Quel che ne emerge è un messaggio di speranza: ‘c’è
una possibilità sempre nuova per ricominciare'”.
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