Neanche il tempo di iniziare il nuovo lavoro che è finito al centro della bufera. Il neo-Ceo di Starbucks, Brian Niccol, ha scatenato le proteste degli ambientalisti per la clausola del suo contratto che gli permette di andare al lavoro a bordo di un jet aziendale. Una condizione prevista nell’offerta di lavoro, in vista del ruolo che ricoprirà a partire dal 9 settembre, in modo consentirgli di percorrere i circa 1.600 chilometri che dividono casa sua di Newport Beach, California, alla sede centrale dell’azienda a Seattle.
Il contratto di Brian Niccol
La clausola è emersa dall’offerta di lavoro resa pubblica dalla nota catena statunitense di caffetterie, nella quale si concede a Niccol di utilizzare un’aereo aziendale per svolgere viaggi di lavoro e anche per spostarsi da casa sua fino alla sede centrale di Starbucks.
La lettera datata 11 agosto rivela uno stipendio base inizialmente destinato al nuovo Ceo da 1,6 milioni all’anno più un bonus in contanti di circa 3,6 milioni di dollari, che potrebbero arrivare fino a 7,2 milioni a seconda dei risultati dell’azienda.
A queste somme si aggiungerebbero un premio in azioni, a lungo termine, con un valore annuale indicativo di 23 milioni di dollari, da pagare su più anni e un anticipo in contanti di 10 milioni di dollari, senza dimenticare altri 75 milioni di premi in azioni per compensarlo dei bonus e delle stock option che ha perso lasciando la poltrona di Ceo della catena di ristoranti messicani Chipotle.
Una busta paga che in totale raggiunge il valore, al verificarsi di tutte le condizioni, di circa 113 milioni di dollari, che farebbero di Niccol uno degli amministratori delegati più pagati negli Stati Uniti.
Lo stipendio da capogiro, superiore del 75% di quello del suo predecessore Laxman Narasimhan allontanato all’improvviso, non è però l’unico aspetto che fa capire come il consiglio di amministrazione di Starbucks sarebbe stato disposto a tutto pur di ingaggiare il 50enne top manager.
Il jet aziendale
Dalla lettera emergono anche altre clausole particolarmente favorevoli, come la garanzia di poter lavorare in smart working con un piccolo ufficio appositamente destinato a Niccol nella sua Newport Beach. E in caso di necessità, il jet aziendale a sua disposizione.
Nell’offerta di lavoro si legge infatti che il nuovo Ceo potrà utilizzare l’aereo “nel tragitto tra la città di residenza e la sede centrale della società a Seattle, Washington e per viaggi personali conformi alla società fino a un massimo di 250 mila dollari all’anno“.
Una concessione che, più dello stipendio monstre, ha fatto scatenare gli utenti in rete, che accusano di ipocrisia l’azienda rispetto alla posizione pubblica sulle questioni ambientali e gli stili di vita “green” dei suoi dirigenti.
Brian Niccol è approdato a Starbucks direttamente dalla catena di ristoranti Chipotle, di cui è stato ceo dal 2018, aiutandola a superare una crisi aziendale provocata da alcuni focolai di intossicazione alimentare.
Come amministratore delegato dei fast food il 50enne è riuscito, inoltre, a raddoppiare le vendite facendo portando le azioni della società da meno di 7 dollari ciascuna a più di 50 dollari. Risultati che hanno convinto Starbucks a puntare forte su di lui.